Una
delle attività comuni a ogni cascina del territorio cuneese è sempre stata la
salumeria. Durante tutto l’anno uno o più maiali venivano allevati e a gennaio
la tradizione voleva che venissero macellato e si facessero i salumi che
potevano essere venduti oppure avrebbero nutrito le famiglie per tutto il resto
dell’anno. Nasce da questa usanza una grande tradizione salumiera,
famosa per alcune trasformazioni tipiche locali.
Il Salame Cuneo, per esempio, prevede che la carne magra del maiale debitamente sminuzzata rimanga a marinare in un infuso di spezie e vino rosso. La Salsiccia di Bra deve essere mangiata cruda perché la ricetta vuole che al grasso di maiale sia abbinata carne magra di bovino. I grandi prosciutti cotti al forno, le lonze, i lardi, le coppe, le pancette, i cotechini e gli zamponi. L’elenco è infinito. Si tratta di un’arte così tanto radicata per cui non esiste paese ove non si trovi un piccolo produttore di salumeria che metta a disposizione anche ricette tipiche e originali; non esiste ristorante che non ne abbia una proposta. Si tratta di salumi di memoria rurale. Tutti, eccetto uno che è tornato in auge alcuni anni fa. Rispolverando le tradizioni abaziali della zona si è ripreso a produrre il Prosciutto Crudo di Cuneo che è stato riconosciuto con la Denominazione di Origine Protetta. Per riuscire a ottenere un prosciutto di grande livello, i produttori hanno scavato nel passato e al tempo stesso acquisito tecniche moderne per affinare una lavorazione che è diventata un fiore all’occhiello della provincia.